Complessità

Raramente rebloggo: non per un infantile senso di superiorità (“il blog è mio e ci scrivo io!”) ma perché mi domando sempre quanto siano “personali” i post che leggo e quanto potrebbero perdere di intensità se decontestualizzati. Oggi ho pensato valesse davvero la pena ribloggare questo post dal blog da Guido e l’autismo, che seguo e leggo sempre con interesse e che consiglio. Questo post parla di complessità.

Guido e l'autismo

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 Anche Guido ha una sua complessità. Quando si tratta di esseri umani, la parola semplice andrebbe usata con molta cautela, soprattutto quando con essa si sia tentati di definire i comportamenti, e ciò che dietro i comportamenti sta, che spesso è destinato a rimanere inattingibile. Guido appare bensì per molti aspetti una creatura primitiva, tanto che io lo definisco a volte scherzosamente un pre-umano, ma in verità non è un essere elementare, e neppure lineare nel suo rapportarsi al mondo, agli ambienti in cui si trova immerso, così difficili da comprendere e che tanto richiedono a lui. Non è facile leggere le espressioni facciali  di Guido, e attribuire un significato preciso ed univoco ad una smorfia, ad un verso o a un sorriso può essere azzardato e portare fuori strada. Un sorrisetto come quello della foto certo comunica uno stato di  benessere, che allieta genitori ed educatori, ma quando…

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