Qualche giorno fa avevo una questione che mi preoccupava: in sé non era nulla di grave ma sentivo che mi mancava la tranquillità per valutarne con calma i vari aspetti.
Ci ho pensato lungo il tragitto verso il mio studio, dove sono arrivata carica di pensieri e punti interrogativi.
Ho aperto la porta, appoggiato la borsa e sistemato un po’ di cose nella stanza.
Dopo pochi minuti, quasi come un automatismo, mi sono seduta sulla sedia su cui faccio solitamente accomodare i pazienti. Mi sono detta , scherzosamente, “chissà che non mi venga un’ intuizione!“. In effetti, dopo un averci pensato un poco ho trovato la soluzione al problema che mi stava dando da pensare.
Questo piccolo episodio mi ha dato modo di riflettere su quali possano essere i vissuti di chi si accomoda su quella sedia. Metaforicamente, è un contenitore di aspettative, timori, ansie, preoccupazioni per il futuro, dubbi su se stessi, pensieri, fatiche e perplessità.
Mi piace pensare che rialzandosi, i miei pazienti lascino andare via un po’ alla volta le emozioni negative per riscoprirne altre positive, liberandosi di pesi e fardelli.