Avere fiducia negli altri è molto difficile.
Primo, dobbiamo aver avuto l’esperienza di essere degni e meritevoli della fiducia altrui; secondo, dobbiamo aver vissuto relazioni in cui ci siamo potuti fidare dell’altro senza ritorni negativi.
Fidarsi implica una certa apertura: sono qui, eccomi, ti mostro come sono nel bene e nel male, nelle forze e nelle debolezze perché so che non mi colpirai, mi aspetto anche che tu faccia lo stesso con me.
A mio avviso, una delle definizioni più belle di fiducia è questa tratta da Il piccolo principe, quando il Principe incontra la Volpe:
– Che cosa vuol dire addomesticare?
– E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…
– Creare dei legami?
– Certo- disse la volpe- Tu, fino ad ora, per me, sei un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi,noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
Come si fa ad addomesticare la volpe?
-Bisogna essere molto pazienti- rispose la volpe. -In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.
Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…
Ecco, una cosa molto simile avviene nelle relazioni umane. Ci si “addomestica” a vicenda, cioè si costruisce insieme un legame nel tempo. Ci si fida e affida un po’ alla volta, avvicinandosi l’un l’altro.
Alcuni legami richiedono più tempo, specie se c’è un passato fatto di fiducie calpestate, maltrattate e tradite. Può venire meno la voglia di riprovarci, ci si vorrebbe barricare dietro un muro e non uscirne più.
Cosa fare in questi casi?
La scelta è del tutto personale: isolarsi o tentare ancora. In questo secondo caso, cerchiamo di capire cosa non è andato bene le scorse volte, cosa e in che misura è dipeso da noi e cosa invece non è controllabile. Cadere fa male ma se impariamo a rialzarci sentiremo di poter contare su noi stessi e sulle nostre risorse.
I muri sono rassicuranti perché ci difendono dal dolore e dal rischio di una nuova sofferenza. Allo stesso tempo però, restringono la nostra visuale: una difesa è utile nell’emergenza, ma quando si fossilizza rischia di diventare una gabbia -più o meno- dorata.
La psicoterapia è il luogo della fiducia per eccellenza. Si entra nella stanza di uno/a sconosciuto/a e ci si affida, ci si apre un po’ per volta e si finisce per narrarsi apertamente, in un contesto libero da giudizi. Prenota un colloquio presso il mio Studio a Torino telefonando al numero 3454551671 oppure scrivendo da questo modulo.