Il nemico della felicità del quale parleremo oggi è un po’ più “subdolo” e nascosto dei precedenti due. Più che un singolo ostacolo potremmo definirlo come una serie di comportamenti/azioni che ci tengono ancorati in maniera improduttiva a ciò che è ormai passato o a ciò che – forse – potrebbe succedere.

Con il termine rimuginio definiamo un’insieme di preoccupazioni negative e ripetitive. In alcuni casi può diventare particolarmente intrusivo della quotidianità, specie se avviene in maniera quasi incontrollata e costante, come ad esempio nei disturbi d’ansia, del comportamento alimentare o negli stati depressivi.
Questo non significa che la tendenza a riflettere sullo stesso argomento – specie se importante – sia necessariamente patologico. Allo stesso tempo, una certa tendenza al rimuginio può portarci a ingigantire percezioni negative, amplificando il pessimismo e l’immobilità di fronte a una decisione da prendere o il rimpianto/ rimorso per quanto già successo. Alle trappole del pensiero ” E se…?” ho dedicato qualche tempo fa un articolo su PsicologiOnline.
Vuoi imparare a rimuginare di meno? Prova a scrivere ciò che ti preoccupa su un post-it, mettilo via e rileggilo dopo un’ora. Poi dopo un giorno, e infine dopo una settimana. Cosa noti? La tua preoccupazione si è modificata? Fammi sapere nei commenti ( o se vuoi in privato) se hai provato questo piccolo esercizio e com’è andata!
Per chiedermi ulteriori informazioni e/o fissare un colloquio ( in studio a Torino o, a seconda dei casi, in videoconsulenza), puoi contattarmi tramite questa pagina.