L’amore, sotto varie forme, è una delle forze che animano la nostra vita. Nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.
Ognuno di noi dentro di sé ha una sua definizione di “amore” che contempla ciò che si è disposti ad accettare e a donare. Questi parametri sono passibili di modifiche nel corso del tempo, per esigenze interne e/o esterne. Del resto, per il buon funzionamento di una coppia bisogna imparare a pensarsi in due, pur mantenendo la propria individualità. Limitando gli egoismi ma anche le simbiosi.

In terapia uso spesso la metafora della relazione d’amore come torta. Si cerca una ricetta priva di allergeni per entrambi e dal gusto condivisibile. Ci si dividono i compiti secondo le proprie inclinazioni e capacità e si collabora per aggiungere gli strati. Le decorazioni non saranno perfettamente simmetriche, affinché ciascuno si ricordi di avere una propria individualità. Ciascun partner proverà ad assaggiare i dettagli preferiti dall’altro, riconoscendo che esistono differenze che arricchiscono anche quando non condivise.
Restando in pasticceria, pensiamo a cosa succede se la torta è completamente decisa da uno dei due. Può capitare di trovarsi una torta già confezionata, in cui non si viene coinvolti in nessuna parte del processo. Una torta che non piace, come gusto o come estetica. O ancora, una torta bellissima ma che non può essere assaggiata perché contiene allergeni.
Infine, un’altra sgradevole situazione: un vassoio pieno di briciole. Quelle che io chiamo briciole d’amore.
Fin qui, la metafora. In pratica, queste le situazioni più tipiche:
La relazione parallela. Non può/vuole terminare la relazione già in essere. Spesso ci sono dei figli di mezzo o un/a compagno/a che soffrirebbe troppo per la separazione. Vengono addotte anche motivazioni economiche, case da dividere, imprese di famiglia,…
Il trauma dell’ex. Uno dei due sta ancora spalando le macerie di una relazione precedente, occupazione tale per cui non può ancora riservare altro tempo e spazio per una nuova persona. Il fantasma dell’ex aleggia continuamente e viene utilizzato come metro di paragone con cui valutare le intenzioni future.
Ancora troppo figlio/a per essere partner. Questo è il caso in cui la persona è talmente invischiata con la sua famiglia di origine da non riuscire a vedersi come individuo in grado di avere una vita propria. Le sue decisioni sono influenzate, più o meno esplicitamente, dal parere dei genitori.
Non rinuncio alla mia vita. Ci sono persone che temono che iniziare una relazione significhi in automatico venire completamente privati dei propri spazi, delle abitudini, degli hobby, degli amici,… forse in passato hanno faticato a mantenere un proprio spazio, forse hanno visto qualcuno fare così e hanno deciso di diventare l’opposto.
Queste quattro categorie ovviamente non sono esaustive della complessità umana ma sono utili per esemplificare il concetto. Non è detto che siano sempre in mala fede, anzi. La realtà dei fatti spesso però ci dice che non riescono a dare all’altro nulla in più che una manciata di queste briciole. Come affrontare una situazione del genere?
Parto sempre dal presupposto che, a meno di particolari problematiche, l’essere umano sia in grado di scegliere. Potrebbero quindi esserci casi in cui al partner le briciole stiano bene e non c’è null’altro che desideri. Pertanto, cercherò di fare riferimento a quei casi in cui si vorrebbe altro.
Possiamo agire il cambiamento sui noi stessi, difficilmente gli altri cambiano se non lo vogliono. Quindi, se avete a che fare con un dispenser di briciole, mettetevi l’anima in pace: se gli/le sta bene così, difficilmente farà diversamente. Certo, ci sono casi in cui la questione si sblocca con il tempo e l’instaurarsi della fiducia reciproca. Quanto siete disposti ad aspettare?
Bisogna sì distinguere l’amore idealizzato da quello reale, ma nemmeno rinunciare alle proprie idee. Su cosa sentite di non poter ritrattare in alcun modo?
Tornando alla metafora iniziale: se l’amore è una torta, è pur vero che non tutte le torte riescono bene. Alcune crollano, altre hanno un gusto orribile: sono comunque frutto di un tentativo. Quanto sforzo vi richiede questa situazione? Vi sembra ricambiato?
E se le briciole non vi bastano più, alzatevi dal tavolo.
Spesso l’accontentarsi delle briciole d’amore nasconde un problema con radici più profonde, meritevole di un approfondimento. Se questa situazione si ripete nel tempo, rischia di diventare una costante della propria vita (non solo sentimentale, ma anche lavorativa, sociale,…) e di minare profondamente l’autostima. Per fissare un colloquio presso il mio studio a Torino ( o, a seconda dei casi, in videoconsulenza) telefonare al numero 3454551671 o compilare questo modulo.