Quando parliamo di ansia facciamo riferimento a un sentimento di forte angoscia che può essere generale o riferito ad alcune situazioni specifiche. Nel caso dell’ansia sociale, ciò che scatena il vissuto negativo è una situazione in cui si prospetta un’ interazione più o meno diretta con altre persone, come ad esempio:
- parlare in pubblico
- parlare con una persona importante ( un capo, un insegnante,…)
- partecipare a una festa
- essere presentati a persone nuove
- instaurare una frequentazione amichevole o sentimentale
- essere osservati da altri mentre si fa qualcosa ( mangiare, lavorare, scrivere,..)
- chiedere un’informazione o un’indicazione stradale,…
- far notare a un commesso che si è ricevuto il resto sbagliato o un articolo difettoso
- prendere posto in una sala con altre persone (studio medico, ufficio pubblico,…)
Se è riferita a situazioni specifiche è di tipo semplice, se è più estesa è detta generalizzata.
Ha una forte componente anticipatoria per cui chi ne soffre inizia a stare male anche diverse settimane prima dell’evento. L’idea predominante è che in questi contesti si possa essere giudicati male o fare cattiva impressione, valutati negativamente come incapaci, inadatti, brutti, stupidi… Questi pensieri negativi spesso conducono all’evitamento dell’occasione che può avvenire anche all’ultimo minuto, generando un ulteriore vissuto negativo per aver “bidonato” chi lo aveva organizzato. Nelle forme più forti si può giungere a un vero e proprio ritiro sociale, lavorativo, scolastico.
I sintomi possono essere di natura psicologica e fisica e possono variare da persona a persona. Tendenzialmente si parla di:
Sintomi fisici:
- batticuore
- rossore (in particolare sul viso)
- respirazione accelerata
- senso di stretta allo stomaco; disturbi intestinali; nausea;
- secchezza delle fauci
- piccoli tremolii
- tensioni muscolari
- sudorazione eccessiva
- difficoltà nella deglutizione,…
Sintomi psicologici e comportamentali:
- tensione
- vergogna, imbarazzo
- intensa paura delle persone nuove
- timore del giudizio
- senso di autosvalutazione
- evitamento dei contesti sociali
- paura dei sintomi fisici (sudorazione, rossore,…)
- timore di offendere qualcuno con il proprio comportamento
- tendenza a isolarsi in presenza di altre persone,…
L’ansia sociale viene spesso erroneamente confusa con la timidezza. In realtà, come abbiamo visto, è molto più forte e intensa e può condurre a scelte drastiche come l’evitamento delle situazioni sociali. La persona timida avverte di certo un disagio, magari sta un po’ in disparte ma non vive la vera e propria angoscia da ansia sociale.
Chi ne soffre è a conoscenza che le sue paure sono ingiustificate: sapere però che una cosa è razionalmente infondata non significa non “sentirla” più. Per quanto si gli sforzi, i vissuti negativi hanno la meglio sulla volontà. Vorrebbe poter partecipare a una festa ma sta troppo male: magari dice subito di sì perché spera di farcela ma alla fine l’ansia è sovrastante, nel corpo e nella mente. A ogni occasione evitata sta ancora peggio perché si aggiunge il senso di aver fallito un’altra volta.
Dire a un ansioso “stai tranquillo” è come dire a una persona con una gamba rotta di andare a correre: in questo caso si rischia di accentuare ancora di più i suoi sentimenti di inadeguatezza e farla sentire sbagliata perché non riesce a compiere un’azione che sembrerebbe essere alla portata di tutti.
Per un ulteriore approfondimento, vi rimando a un post di qualche mese fa dedicato a ciò che le persone con ansia sociale vorrebbero far sapere agli altri.
Come per l’ansia in generale, nemmeno per l’ansia sociale è possibile rintracciare un’unica causa. Ogni individuo è a sé e molto può essere compreso ripercorrendo la sua storia. Per qualcuno può esserci una spiegazione nella vita familiare (ad esempio un’educazione per cui le interazioni sociali erano viste come “sconvenienti”), per qualcun altro può esserci stato un evento particolare che ha assunto una natura traumatica ( ad esempio un episodio di bullismo).
Se l’ansia sociale sta limitando la tua vita e ti tiene distante da ciò che invece vorresti poter vivere a pieno, puoi prenotare un colloquio ( presso il mio studio a Torino o, a seconda dei casi, in videoconsulenza) telefonando al numero 3454551671 o compilando questo modulo. Lavoreremo insieme sulle origini di questo disturbo e troveremo nuove modalità per gestirlo e affrontarlo.
NB dal 15 al 31 marzo 2017 è possibile usufruire di un primo colloquio orientativo in studio gratuito