Con l’espressione “genitori elicottero” si fa riferimento a quei genitori – madri o padri- talmente protettivi nei riguardi dei figli da sostituirsi a loro nel superamento di ogni ostacolo (soprattutto in ambito scolastico). Non solo risolvono ogni problema, ma addirittura cercano di anticipare quelli che ritengono essere ipotetici bisogni nella vita della prole, sorvolandola appunto come un elicottero. Ciò prescinde dall’effettiva difficoltà dell’ostacolo e dalla richiesta di aiuto dei figli.
Si può quindi facilmente dedurre che uno stile genitoriale del genere, pur attuato in buona fede, rischia di produrre più danni che benefici: come può un bambino prendere coscienza dei propri mezzi e delle proprie capacità se non ha mai modo di sperimentarle perché c’è sempre mamma o papà a risolvere ogni ostacolo?
In un recente studio pubblicato sul Journal of Child and Family Sciences, i ricercatori della Florida State University hanno studiato gli effetti dei genitori elicottero su un target di adolescenti molto specifici: 460 ragazzi e ragazze in procinto di iscriversi al college. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare cosa avrebbe fatto la propria madre in una serie di situazioni esempio, al fine di verificare quanto la figura tradizionalmente percepita come caregiver principale influenzasse i loro comportamenti. Sono anche stati misurati i livelli di ansia, depressione, salute fisica e soddisfazione per la propria vita.
I ragazzi che avevano sperimento maggior autonomia nelle proprie scelte hanno mostrato livelli di autostima e autoefficacia più alti, insieme a una maggior soddisfazione per la propria vita. Al contrario, i figli di genitori elicottero nutrivano minor senso di autoefficacia oltre a maggiori difficoltà nella risoluzione di situazioni complesse.
Quindi un genitori dovrebbe disinteressarsi della vita dei propri figli?
No.
Il suo compito è lasciargli la possibilità di scegliere ed eventualmente sbagliare: solo così potrà capire come rialzarsi e con quali capacità. a seconda dell’età, ci saranno scelte che potranno essere fatte in autonomia e altre ovviamente no. Un buon genitore si domanda quale sia la giusta distanza da mantenere, restando punto di riferimento senza essere invadente.
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