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Blog a cura di Caterina Laria, Psicoterapeuta

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primo colloquio

Come ci si sente dopo la prima seduta di psicoterapia?

5 giugno 20204 giugno 2020 Caterina Laria vita da terapeuta cerco uno psicologo, cosa succede dallo psicologo, emozioni, primo colloquio, psicologo, psicologo torino, terapia

Ho provato a chiedere a Google quali domande ricevesse più spesso in tema di psicoterapia: questa che intitola il post odierno ha colpito la mia attenzione.
Quando una persona torna da me dopo il primo colloquio sono solita chiedere quali vissuti abbia sperimentato dopo essere uscita da studio la volta scorsa e come siano poi andati i giorni successivi. Cosa potrei invece dire a una persona che si accinge a recarsi a una prima seduta riguardo al “dopo”?

Photo by Paweł Czerwiński on Unsplash

Se sei arrivato/a da me in questo momento storico della tua vita forse non ne potevi davvero più di una situazione che va avanti da un po’, oppure ti è successo qualcosa di talmente impattante che hai deciso di chiedere aiuto per stare meglio. Che si tratti di una motivazione cronica o acuta, hai deciso di occupartene e questo non può che deporre a tuo favore: hai tutta la mia stima!

In prima seduta lascio sempre aperta la possibilità se fissare o meno un secondo colloquio: non voglio che tu ti senta vincolato/a ad intraprendere qualcosa se non sei ancora convinto/a. Una terapia funziona solo se ci metti impegno. Prenditi il tuo tempo e poi mi dirai.

Potresti aver pianto, forse perché hai trattenuto le tue emozioni troppo a lungo o viceversa non riesci a fermarle. Non pensare che io per questo possa essermi fatta una brutta impressione su di te. Ho molto rispetto per le emozioni dei miei pazienti. Se le lacrime di uno sportivo sono socialmente accettate, perché le tue dovrebbero valere meno?

Avremo parlato per un’oretta circa, ne sarai sollevato/a. Magari ti è venuto in mente che potresti aver detto troppo o troppo poco: non preoccuparti, non esiste un copione da seguire. Hai detto ciò che ti sentivi di raccontarmi il quel momento e va benissimo così, credimi.

Potresti avvertire un po’ di stanchezza perché non è facile mettere insieme i pezzi di una storia e raccontarla a una persona che vedi per la prima volta. Per lo stesso motivo potresti sentirti un po’ triste o giù di morale. Prova a fare qualcosa che ti rilassi e che ti aiuti a staccare.

Certo, magari ti saresti aspettato qualcosa di più risolutivo. Non ti ho dato una soluzione prêt-à-porter, non ti ho fatto nessuna diagnosi, giusto qualche collegamento. Ti avrò però raccontato a quale metodo di lavoro faccio riferimento e come potremmo impostare il nostro percorso insieme. Non ti ho venduto certezze perché non le ho nemmeno io ma spero di averti trasmesso massima onestà.

Se ti è rimasto qualche dubbio puoi contattarmi ai recapiti che ti ho fornito: non temere, è giusto essere sicuri di che cosa si sta intraprendendo. Ti starai domandando quanto ti costerà in termini economici e di tempo: sono valutazioni sacrosante, non vergognarti a farle.

Vuoi prenotare la tua prima seduta? Contattami per un colloquio: puoi scegliere liberamente se svolgerlo da remoto ( telefonata, videoconsulenza,..) o se recarti presso il mio Studio, nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti. Per informazioni e/o prenotazioni puoi contattarmi attraverso i recapiti presenti in questa pagina.

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Benvenuta primavera! Primo colloquio gratuito dal 15 al 31 marzo

13 marzo 2017 Caterina Laria evento gratuito benessere, offerta, piemonte, primavera, primo colloquio, primo colloquio gratuito, psicologo, psicologo online, psicologo torino, psicoterapeuta, torino

La primavera sta arrivando e con lei la voglia di rinnovamento. Le ore di luce aumentano, la natura inizia a rifiorire e siamo pronti a prenderci un po’ più cura di noi stessi.

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Per festeggiare la nuova stagione ho pensato di offrire la possibilità di un primo colloquio orientativo gratuito presso il mio studio a Torino. Gli appuntamenti possono essere fissati e svolti dal 15 al 31 marzo (previa disponibilità) e hanno durata di 45 minuti. Per motivi organizzativi non possono usufruire di questa offerta coloro che hanno già svolto colloqui con me in passato (gratuiti o meno).
Per prenotare il vostro colloquio e/o richiedermi ulteriori informazioni potete telefonarmi al numero 3454551671 oppure compilare il form presente in questa pagina, specificando l’oggetto della richiesta.
Se volete potete condividere con i vostri contatti il link della relativa offerta su Facebook.

 

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La psicoterapia come viaggio

16 febbraio 201715 febbraio 2017 Caterina Laria approfondimenti metafora, primo colloquio, psicologo, psicologo online, psicologo torino, psicoterapia, seduta, terapia, viaggio

La maggior parte di chi è in procinto di iniziare una terapia sa perfettamente che lo psicoterapeuta non possiede la bacchetta magica e quindi non basteranno un paio di sedute per essere felici come per incanto.
Nonostante questo, è innegabile che vi sia una speranza di guarigione rapida insieme a un desiderio di non soffrire parlando di temi dolorosi.
Per esemplificare meglio il senso della psicoterapia, proviamo a immaginarla come un viaggio.

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La preparazione
C’è chi ama informarsi scrupolosamente sui luoghi che andrà a visitare, acquistando guide e programmando itinerari ben precisi; altri preferiscono farsi un’idea più generale e decidere poi sul posto come ( e se) organizzare le proprie giornate. Allo stesso modo, c’è chi si documenta con precisione sui terapeuti che intende contattare e sul loro orientamento teorico; altri invece scelgono di affidarsi in maniera più “istintiva” scegliendo un nominativo presente in un elenco online.

Le aspettative.
Alla vigilia di un viaggio possono esserci più o meno aspettative: voglia di rilassarsi, staccare dai problemi della quotidianità, conoscere posti nuovi, rivederne di noti, assaggiare nuovi cibi… La stessa cosa capita in terapia: ci si aspetta che il primo colloquio possa andare in un determinato modo, si teme di dover toccare subito un argomento scottante o, viceversa, non si vede l’ora di affrontarlo. Queste aspettative possono trovare realizzazione o restare insoddisfatte.

Il tragitto
Il viaggio ha i suoi tempi, a seconda di dove si è diretti. Così come ci sono persone che vedono il tempo del tragitto come perdita di tempo e altri invece come una gradevole componente del viaggio, anche nelle fasi preliminari della terapia si possono sperimentare vissuti simili. Alcuni pazienti trovano interessanti i primi colloqui perché hanno l’opportunità di ripercorrere la loro storia personale, familiare, relazionale; altri trovano questa parte anamnestica superflua e vorrebbero andare direttamente al cuore del problema, hic et nunc.

Gli intoppi
Per quanto si speri non capiti mai, anche nel migliore dei viaggi può capitare il piccolo intoppo: il problema burocratico in hotel, un pasto non perfettamente buono, la giornata di pioggia che impedisce un’escursione, il volo cancellato. Le reazioni possono essere diverse a seconda del carattere, delle esperienze pregresse e delle abitudini; lo stesso problema può rovinare l’intera vacanza a una persona ed essere del tutto innocuo per un’altra. In terapia gli intoppi possono essere quelle sedute in cui si parla di temi  dolorosi: il terapeuta a volte deve toccare delle ferite per assicurarsi che il paziente abbia coscienza di quanto sia successo e verificarne poi la corretta guarigione nel tempo. In queste circostanze capita di uscire dallo studio con una sofferenza che a prima vista parrebbe immotivata e l’intero senso del percorso può essere messo in dubbio.

I compagni di viaggio
La terapia è un tipo di viaggio che prevede un compagno al proprio fianco (nb il mio metodo di lavoro ne prevede due nel caso di quella familiare e di coppia): non è possibile intraprenderlo in solitaria. Nel corso del tempo rivestirà ruoli diversi: potrà essere una guida, un allenatore, una figura quasi genitoriale. Saprà rinforzare le scelte positive e cercherà di scoraggiare quelle negative. In ogni caso non si sostituirà mai al viaggiatore perché lo scopo del viaggio è imparare a prendere in autonomia le proprie scelte, ovviamente purché non siano lesive per sé o per gli altri. Farà sempre leva sulle risorse positive, promuovendole ed enfatizzandole. Dovrà anche evidenziare le fragilità, non per colpevolizzare ma per accrescerne la consapevolezza. Rimarcherà i successi ottenuti ogni volta che il viaggiatore si sentirà smarrito, offrendo sostegno e accoglienza.

 

Stai pensando di intraprendere una psicoterapia o vorresti saperne di più? Per prendere un appuntamento presso il mio studio di Torino e/o richiedere informazioni, telefonare al numero 3454551671 o compilare questo modulo.

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