Quanti di voi si erano prefissi di leggere un pila di libri durante questo periodo di distanziamento sociale e si sono resi conto di non riuscirci? Tranquilli, siete in buona compagnia.
Il tempo a disposizione è solo una delle variabili che entrano in campo quando ci si accinge a immergerci in una lettura ( vecchia o nuova che sia). Quella che molti lamentano in questo periodo è una scarsa concentrazione: le pagine vanno avanti in maniera meccanica e spesso c’è bisogno di riprenderle da capo per capirci qualcosa. Un blocco quasi analogo alla “sindrome da pagina bianca” che attanaglia gli scrittori.
La lettura è un viaggio dell’anima e possiamo partire solo se ben disposti. Adesso ci sentiamo in dovere di compiere svariate attività ogni giorno: desiderio di produttività, confronto social(e), senso del dovere…tutte zavorre che non ci fanno partire. Questo scenario ricorda in parte le assegnazioni di letture a scuola: quanti libri abbiamo mal digerito solo perché imposti?
( Piccola digressione personale: non sono mai riuscita a finire “Il nome della rosa”. Nulla contro Umberto Eco, anzi. Riconosco il valore di capolavoro mondiale al suo scritto, eppure nella mia storia di studentessa assume un significato totalmente negativo. Una professoressa di Lettere ce ne impose la lettura d’ufficio, essendo il suo libro preferito. Purtroppo questa trasmissione valoriale avvenne con interrogazioni – anche a sorpresa – su dettagli infinitesimali che richiesero uno studio quasi mnemonico. Ecco, posso affermare di avere odiato quel libro! Nei successivi 20 anni ho sviluppato una sana indifferenza…chissà, forse un giorno riuscirò a finirlo. )
Il punto è questo: se la lettura deve essere un obbligo, meglio lasciar perdere, a maggior ragione in questo periodo storico. Non abbiamo bisogno di dimostrare niente a nessuno: se non ci va di leggere, stop.
E se invece desiderassi ardentemente leggere?
Giustamente qualcuno potrebbe porre questa obiezione: ho una lista di libri mia, nessuno mi ha imposto nulla eppure non riesco a leggere lo stesso. Cosa sta succedendo?
Stiamo vivendo durante una pandemia e ciò ci “regala” una discreta quota di ansia giornaliera. Siamo in allerta, tesi a captare notizie e segnali; la socialità si è ridotta a comunicazioni virtuali. Chi lavora o studia in modalità “smart” passa molte ore davanti allo schermo e qui se ne va buona parte della concentrazione giornaliera
In definitiva, la nostra anima è troppo appesantita per poter viaggiare sulle ali della fantasia.
Come tornare alla piacevolezza della lettura? Dubito fortemente che possa esistere una ricetta universale, piuttosto ognuno può trovare la sua mescolando questi ingredienti:
- l’accettazione di sé, delle proprie paure e delle proprie performance;
- la pratica di attività quali rilassamento, yoga e meditazione per alleviare il senso di allerta;
- la libertà di non proseguire un libro se non si riesce, così come quella di cominciarne un altro;
- diffidare dalle liste di libri ” da leggere” solo perché vanno di moda;
- lasciarsi ispirare , anche telefonando al proprio libraio di fiducia.
Ti ricordo che la mia attività professionale continua anche a distanza. Se vuoi prenotare con me un appuntamento telefonico o tramite videochiamata puoi contattarmi ai recapiti presenti in questa pagina.